Le Fibre Animali
Imparate a riconoscere le bellissime fibre animali del mondo.
La lana è il pelo che protegge la pecora, la isola dal freddo e dal caldo, mantenendo costante la temperatura del suo corpo. La fibra di lana è composta da cheratina, la stessa sostanza di cui sono fatti i capelli umani; essa ha un’altissima proprietà isolante, anche grazie al cuscinetto d’aria formato dalle ondulazioni che la caratterizzano. Più la lana è fine e ondulata, maggiore è il suo potere di isolamento termico.
La lana è una fibra igroscopica, in grado di assorbire una quantità di umidità fino al 30% del proprio peso, senza sembrare bagnata; assorbe dunque il vapore acqueo, evitando al corpo il contatto con l’indumento bagnato e resiste allo sporco grazie alla sua superficie idrorepellente. La fibra di lana è elastica, ingualcibile, perciò molto resistente all’usura. Esistono diverse varietà di razze ovine che producono lane con fibre differenti per finezza, lunghezza, lucentezza e resistenza.
La razza che fornisce il tipo di lana più pregiata è la ‘merino’. I più grandi allevamenti di questa razza, originaria della Spagna, si trovano in Australia, Nuova Zelanda e Argentina. La lana ‘merino’ ha una fibra non particolarmente lunga ma con un diametro molto fine e per questo più pregiata. E’ molto morbida e soffice, fortemente ondulata e viene destinata alla produzione di tessuti finissimi.
Esistono poi altre razze ovine, indigene o incrociate, che producono fibre meno fini e ondulate, adatte ad impieghi diversi quali la produzione di tappeti, coperte o altri manufatti.
La capra da cui si ricava la fibra di cashmere viene allevata prevalentemente in Cina, Mongolia, Iran e Afghanistan. Il vello di questa capra è costituito di peli lunghi e ruvidi, ma d’inverno si completa con un manto di lanugine corta e soffice; la fibra, comunemente chiamata cashmere, è costituita proprio dal sottopelo che cresce sul corpo delle capre per proteggerle dalle temperature estreme delle zone in cui vivono. Questo sottopelo, raccolto in primavera con un pettine, fornisce la pregiata materia prima per l’industria tessile.
La fibra grezza, appena raccolta, contiene ancora una notevole quantità di pelo grossolano (chiamato in gergo ‘jarre’) che viene eliminato attraverso un processo di lavorazione chiamato ‘dejarratura’. Il cashmere è, all’origine, poco standardizzato in termini di classificazione e dati tecnici comparabili. In genere si distingue la fibra in base alla provenienza: il cashmere proveniente dalla Cina è il più pregiato perché è il più fine, intorno ai 14,5-15,5 micron, seguito da quello della Mongolia e, successivamente, da quello proveniente da Iran e Afghanistan, che è il più ordinario.
La fibra del cashmere, oltre che per provenienza, viene anche classificata in base al suo colore che varia dal bianco al beige, dal marrone chiaro e scuro a varie sfumature di grigio.
La capra da cui si ricava la fibra di cashmere viene allevata prevalentemente in Cina, Mongolia, Iran e Afghanistan. Il vello di questa capra è costituito di peli lunghi e ruvidi, ma d’inverno si completa con un manto di lanugine corta e soffice; la fibra, comunemente chiamata cashmere, è costituita proprio dal sottopelo che cresce sul corpo delle capre per proteggerle dalle temperature estreme delle zone in cui vivono. Questo sottopelo, raccolto in primavera con un pettine, fornisce la pregiata materia prima per l’industria tessile.
La fibra grezza, appena raccolta, contiene ancora una notevole quantità di pelo grossolano (chiamato in gergo ‘jarre’) che viene eliminato attraverso un processo di lavorazione chiamato ‘dejarratura’. Il cashmere è, all’origine, poco standardizzato in termini di classificazione e dati tecnici comparabili. In genere si distingue la fibra in base alla provenienza: il cashmere proveniente dalla Cina è il più pregiato perché è il più fine, intorno ai 14,5-15,5 micron, seguito da quello della Mongolia e, successivamente, da quello proveniente da Iran e Afghanistan, che è il più ordinario.
La fibra del cashmere, oltre che per provenienza, viene anche classificata in base al suo colore che varia dal bianco al beige, dal marrone chiaro e scuro a varie sfumature di grigio.
La fibra denominata ‘mohair’ si ricava dalla capra d’Angora (Capra hircus aegagrus), originaria dell’Anatolia. Il manto di questo animale è costituito da fibre lanose; i peli più pregiati sono lunghi, leggermente arricciati e presentano una lucentezza simile alla seta. Il colore è solitamente bianco argenteo molto brillante e, a volte, grigio cenere, rosato, marrone o nero. Le attente operazioni di tosa avvengono due volte all’anno e ogni esemplare fornisce in media 1,5 kg di lana; spesso i peli sono filati in modo diverso a seconda dell’età dell’animale dal quale sono tratti, poiché con l’invecchiamento si modificano le loro qualità.
La classificazione della fibra avviene fondamentalmente sulla base della sua lunghezza e della sua finezza, che in genere varia tra 24 e 60 micron e e dipende anche dall’età della capra. Il vello dei capretti (Kid Mohair) è il più pregiato e possiede una finezza media inferiore a 24 micron; la fibra degli animali più giovani è utilizzata per i prodotti di maggiore qualità, come l’abbigliamento esterno, mentre quella degli esemplari più anziani è adoperata in genere per tessere tappeti e coperte. Oggi il Sud Africa è il principale produttore, con quasi il 60% della produzione mondiale di fibra.
I camelidi del genere Camelus si dividono in una specie selvatica o semiselvatica, il cammello battriano, e una specie domestica, il dromedario. I cammelli sono animali tipici delle zone con climi aridi freddi, diffusi in tutta l’Asia centrale, dal Golfo Persico ai mari della Cina e del Giappone. Addomesticati da tempo immemorabile, sono sempre stati utilizzati per la lana, la carne, il latte e come animale da trasporto. Producono un pelo lanoso e fine, formante il sottopelo del loro lungo vello, che inizia a cadere a ciuffi nel corso della primavera ed è raccolto con l’ausilio di speciali pettini. I peli lanosi, fini, morbidi e un po’ arricciati, sono di colore fulvo chiaro. La finezza dei peli lanosi varia da 10 a 30 micron, ma in media si aggira sui 17-23 micron; la lunghezza è compresa tra 4 e 12 cm. La resa media in fibra è di 5 kg all’anno per un cammello maschio e di 3,5 kg per un esemplare femmina. I piccoli del cammello, fino all’età di un anno, sono ‘biondi’ o quasi bianchi e il loro pelo è particolarmente morbido e pregiato. Le regioni dove si trovano gli animali che forniscono i peli di qualità migliore sono la Siberia, la Mongolia e la Cina; da essi si ricavano in prevalenza tessuti per abbigliamento esterno, ad esempio per cappotti, molto caldi e allo stesso tempo leggeri.
I camelidi del genere Camelus si dividono in una specie selvatica o semiselvatica, il cammello battriano, e una specie domestica, il dromedario. I cammelli sono animali tipici delle zone con climi aridi freddi, diffusi in tutta l’Asia centrale, dal Golfo Persico ai mari della Cina e del Giappone. Addomesticati da tempo immemorabile, sono sempre stati utilizzati per la lana, la carne, il latte e come animale da trasporto. Producono un pelo lanoso e fine, formante il sottopelo del loro lungo vello, che inizia a cadere a ciuffi nel corso della primavera ed è raccolto con l’ausilio di speciali pettini. I peli lanosi, fini, morbidi e un po’ arricciati, sono di colore fulvo chiaro. La finezza dei peli lanosi varia da 10 a 30 micron, ma in media si aggira sui 17-23 micron; la lunghezza è compresa tra 4 e 12 cm. La resa media in fibra è di 5 kg all’anno per un cammello maschio e di 3,5 kg per un esemplare femmina. I piccoli del cammello, fino all’età di un anno, sono ‘biondi’ o quasi bianchi e il loro pelo è particolarmente morbido e pregiato. Le regioni dove si trovano gli animali che forniscono i peli di qualità migliore sono la Siberia, la Mongolia e la Cina; da essi si ricavano in prevalenza tessuti per abbigliamento esterno, ad esempio per cappotti, molto caldi e allo stesso tempo leggeri.
Il guanaco è un camelide affine al lama diffuso in Sudamerica, in particolare in Perù, Ecuador, Cile e Argentina. L’animale presenta un manto doppio: uno più ruvido all’esterno e uno più soffice all’interno, particolarmente fine. Il colore del manto varia di poco: solitamente si va dal marrone chiaro al color cannella scuro, con riflessi bianchi nella parte inferiore e nel collo.
La vicuña è il più piccolo dei camelidi sudamericani e quello che produce la più pregiata tra le fibre speciali. Oggi si contano circa 180.000 esemplari, di cui l’80% vive in Perù, sulla Cordigliera delle Ande, ad altezze tra i 4000 ed i 6000 metri; in questo clima freddissimo sviluppano un vello lungo e setoso ed un fittissimo sottopelo composto da fibre fini, corte e morbidissime, che, con i loro 12,5 micron di diametro, sono le fibre animali più fini al mondo. La fibra viene prelevata da animali allo stato brado; si tosano solo gli animali con più di 3 centimetri di fibra perché il loro pelo ricresce molto lentamente e serve a proteggerle dal freddo; ogni animale rende in media, solo 150-200 grammi di fibra sucida, che diventa la metà una volta lavata e dejarrata.
La vicuña è il più piccolo dei camelidi sudamericani e quello che produce la più pregiata tra le fibre speciali. Oggi si contano circa 180.000 esemplari, di cui l’80% vive in Perù, sulla Cordigliera delle Ande, ad altezze tra i 4000 ed i 6000 metri; in questo clima freddissimo sviluppano un vello lungo e setoso ed un fittissimo sottopelo composto da fibre fini, corte e morbidissime, che, con i loro 12,5 micron di diametro, sono le fibre animali più fini al mondo. La fibra viene prelevata da animali allo stato brado; si tosano solo gli animali con più di 3 centimetri di fibra perché il loro pelo ricresce molto lentamente e serve a proteggerle dal freddo; ogni animale rende in media, solo 150-200 grammi di fibra sucida, che diventa la metà una volta lavata e dejarrata.
Fra i camelidi sudamericani, l’alpaca è quello numericamente maggiore; la popolazione è di circa 3,5 milioni di esemplari, di cui circa l’85% vive nella parte meridionale del Perù. Vi sono due razze di alpaca, il Huacayo e il Suri; il Huacayo è il più diffuso (circa un 90%) mentre il Suri è più raro, leggermente più piccolo e con il pelo di particolare lunghezza, brillantezza e setosità. L’animale ha un pelo folto e setoso, il cui colore varia tra più di 20 gradazioni di tono (dal bianco, al marrone chiaro e scuro, fino ai grigi e neri); il sottopelo è molto più fine e morbido. La tosa avviene una volta l’anno, tra novembre e marzo.
Il lama è il più grande tra i camelidi sudamericani; fin dal periodo degli Inca, per il suo peso e la sua stazza, era usato come mezzo di trasporto. L’animale, pettinato con un processo che permette di eliminare la fibra più spessa, dà una lunga fibra soffice, brillante e di vari colori molto apprezzata nell’industria tessile.
Il lama è il più grande tra i camelidi sudamericani; fin dal periodo degli Inca, per il suo peso e la sua stazza, era usato come mezzo di trasporto. L’animale, pettinato con un processo che permette di eliminare la fibra più spessa, dà una lunga fibra soffice, brillante e di vari colori molto apprezzata nell’industria tessile.
Gli yak sono originari degli altipiani dell’Asia centrale come la Mongolia, l’Himalaya, il Tibet e alcune parti della Russia. Gli yak prosperano in condizioni climatiche fredde e rigide. Il loro mantello è costituito da tre tipi di strati. Lo strato esterno è il pelo di guardia che è un pelo lungo e grossolano con un micron di oltre 50. Lo strato intermedio è costituito da peli più corti con un micron di 25-50 micron. Il sottopelo è chiamato yak down ed ha un range di micron tra 15-20. La maggior parte degli yak ha un pelo di colore da medio a marrone scuro e un mantello di colore nero. I più rari sono gli yak di colore grigio e bianco. Ogni yak produce solo 1 kg di piumino all’anno, il che lo rende una fibra rara e molto preziosa.
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